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Le saline della valle trapanese si estendono per ettari ed ancora oggi vi si coltiva il sale con le stesse tecniche di lavorazione usate dai Fenici. Il panorama e l'ambiente non sono mai stati profanati. Mille ettari di natura, di storia, di lavoro e di sale. Il bianco abbacinante è il contorno naturale di questa terra inondata costantemente dal sole. Sole e sale, un binomio che a Trapani dura da secoli. La prima traccia storica di questo esempio di simbiosi tra uomo e natura la troviamo negli scritti di Muhammad al-Idrisi, storico arabo dell'epoca normanna, all'alba del millennio scorso, ma la coltivazione del sale a Trapani ha radici più antiche. Le Saline di Trapani sono oggi una Riserva Naturale Orientata, la più vasta della Sicilia occidentale, e quest'area riveste un particolare interesse ornitologico in quanto costituisce una area di sosta sulla rotta delle migrazioni verso l'Africa. Un vero e proprio paradiso per il birdwatching: sono state censite 208 differenti specie di uccelli tra cui l'avocetta, eletta a simbolo della Riserva, e il fenicottero, che spesso offre spettacoli unici di nuvole rosa che danzano sugli specchi d'acqua, ma anche cicogne, aironi e cormorani. Solenni come monumenti emergono dalle acque i maestosi mulini a vento che sfruttano i venti per alleggerire le fatiche dell'uomo nei travasi e nella molitura del prezioso prodotto naturale. I mulini trapanesi sono passati alla storia perché protagonisti del Don Chisciotte della Mancha di Cervantes.